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Maeg per lo sviluppo sostenibile
Un futuro più sostenibile grazie a ponti, strade e ferrovie
Maeg per lo sviluppo sostenibile
Ponti tra comunità

Esiste un legame profondo tra lo sviluppo di una comunità e la presenza di opere infrastrutturali: costruire ponti, strade, viadotti, è un’azione che unisce gli individui in maniera solida e duratura.

Le infrastrutture contribuiscono positivamente allo sviluppo di un Paese, e la loro qualità determina il raggiungimento di obiettivi fondamentali in ambito sociale, economico e politico.

La loro inadeguatezza e il loro scarso sviluppo, al contrario, limitano l’accesso ai mercati, penalizzando l’occupazione e creando un ostacolo alla crescita delle attività economiche.

Costruire strade e ponti è un’azione di pace, un atto di fiducia rivolto al futuro.

La città di Mostar in Bosnia e Erzegovina rappresenta da sempre il luogo di convivenza pacifica di una popolazione multietnica. Il suo monumento più emblematico è il Ponte Vecchio: capolavoro dell’architettura ottomana e simbolo della lunga storia di pluralismo e tolleranza della città, è stato parte integrante della quotidianità di Mostar sin dal 1566, anno in cui venne costruito. Per centinaia di anni il ponte ha collegato le sponde della città, garantendo sviluppo sociale ed economico e favorendo l’integrazione tra fedi religiose diverse.

Ogni elemento architettonico che esprime la cultura di una comunità può trasformarsi anche in un obiettivo da distruggere: il 9 novembre 1993, durante il conflitto bosniaco, il Ponte Vecchio venne infatti bombardato dalle milizie croato-bosniache dell’HVO. La sua distruzione ha rappresentato la territorializzazione dell’odio tra gli uomini, un gesto che prendendo di mira il simbolo di convivenza pacifica tra comunità eterogenee ha rivelato lo stretto legame che intercorre tra elementi architettonici e infrastrutturali e la vita di una comunità.

Tre anni dopo la fine delle ostilità, l’UNESCO, la Banca Mondiale e la città di Mostar hanno concordato la ricostruzione del Ponte Vecchio. L’obiettivo è stato quello di crearne una replica, ricorrendo alle tecniche di costruzione ottomane per lavorare le 1088 pietre del ponte. Per oltre quattro anni gli ex nemici hanno lavorato fianco a fianco uniti da una causa comune: i lavori sono terminati nel 2004, e dal 2005 il Ponte Vecchio è iscritto nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’Umanità UNESCO.

Ponti, strade, porti e linee ferroviarie contribuiscono a solidificare i rapporti tra gli uomini e a rafforzare economicamente le comunità in molti Paesi: è statisticamente riconosciuto che la crescita della produttività è strettamente legata agli investimenti nelle infrastrutture. Investimenti che rientrano tra gli obiettivi principali dello sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030, un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità, sottoscritto il 25 settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri delle Nazioni Unite e approvato dall’Assemblea Generale dell’ONU.

“Ovunque nel mondo, in qualsiasi posto il mio pensiero vada e si fermi, trova ponti fedeli e operosi, simboli dell’eterno e mai soddisfatto desiderio dell’uomo di collegare, pacificare e unire tutto ciò che appare davanti al nostro spirito, ai nostri occhi, ai nostri piedi, perché non ci siano divisioni, contrasti, separazioni.”

Ivo Andrić
Premio Nobel per la Letteratura 1961

1. Agenda 2030

L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile è costituita da 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile (SDGs), il cui avvio ufficiale ha coinciso con il 2016, e che i Paesi coinvolti si sono impegnati a raggiungere entro il 2030. Gli SDGs si riferiscono a un insieme di questioni importanti per lo sviluppo, come la lotta alla povertà e i contrasti al cambiamento climatico, il lavoro dignitoso e la crescita economica; hanno inoltre una validità globale e coinvolgono tutti i Paesi ad ogni livello, dalle imprese private al settore pubblico.

Gli SDGs rappresentano una sfida importante: se le dimensioni economica, ambientale e sociale sono correlate tra loro, gli Obiettivi non possono essere considerati in maniera indipendente, ma perseguiti sulla base di un approccio sistemico che tenga in considerazione le relazioni reciproche. Per la prima volta viene espresso un giudizio netto riguardo l’insostenibilità dell’attuale modello di sviluppo, non solo da un punto di vista ambientale, ma anche da quello economico e sociale: l’Agenda 2030 supera così definitivamente l’idea che la sostenibilità sia unicamente una questione ambientale, sostenendo un approccio integrato alle diverse dimensioni dello sviluppo.

L’Obiettivo 9 si focalizza su infrastrutture, innovazione e industrializzazione, i volani dello sviluppo sostenibile. Il potenziamento e l’ammodernamento delle infrastrutture è necessario al sostegno dell’erogazione di quei servizi (sanità, istruzione, approvvigionamento energetico, sicurezza) che favoriscono la crescita economica e il miglioramento del benessere sociale. L’Obiettivo 9 è declinato in 8 target: i più rilevanti, in termini di investimenti infrastrutturali, sono il primo (infrastrutture di qualità per supportare lo sviluppo e il benessere degli individui), il quarto (ammodernamento delle infrastrutture) e il sesto (facilitazione della formazione di infrastrutture nei Paesi meno sviluppati).

L’Obiettivo 11 mira a garantire la sostenibilità urbana. L’amministrazione di uno spazio urbano è un compito chiave, che pone sfide e opportunità: l’obiettivo è garantire alla popolazione che vive, lavora o transita negli spazi urbani un accesso ottimale alla mobilità, soprattutto in termini di adeguatezza strutturale di edifici e infrastrutture pubbliche e private. L’Obiettivo è composto da 10 target: quelli che più interessano l’aspetto costruttivo sono il secondo (garantire l’accesso a strade sicure), il terzo (potenziamento dell’urbanizzazione), l’ottavo (rafforzamento dei collegamenti tra aree urbane e rurali) e l’ultimo (supporto alla costruzione di edifici sostenibili nei Paesi meno sviluppati).

Rispetto a questo scenario di azione globale, anche l’Unione europea si è attivata nel recepimento e nella definizione dei principi dell’Agenda 2030. Le modalità in cui, a livello comunitario, gli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile saranno declinati, sono destinate a rappresentare un’indicazione fondamentale per i Paesi Membri nella definizione finale dei rispettivi obiettivi strategici. L’Est Europa e il Mezzogiorno in Italia, in particolare, dove Maeg ha realizzato e ha in corso numerosi progetti, sono profondamente coinvolti dagli investimenti infrastrutturali previsti dall’Agenda 2030.

“La nuova agenda è una promessa dei leader a tutte le genti. È un’agenda per le persone, per finire la povertà in tutte le sue forme. UN’agenda per il pianeta, la nostra casa.”

Ban Ki-moon
Segretario Generale delle Nazioni Unite

2. Est Europa

Le reti di circolazione rappresentano un elemento fondamentale per lo sviluppo di un Paese: la pianificazione di qualsiasi sistema infrastrutturale, inoltre, non può prescindere dal quadro geopolitico globale, soprattutto nel contesto contemporaneo, in cui le infrastrutture continentali influiscono massicciamente nella ripresa economica.

L’Est Europa, e l’area balcanica in particolare – i cui Paesi si sono candidati in anni recenti a una graduale integrazione nell’Unione europea –, soffre da tempo la mancanza di una strategia di sviluppo e di interconnessione regionale, necessaria a strutturare una solida rete di trasporti a garanzia dello sviluppo economico e sociale.

Gli investimenti per la realizzazione di una solida rete infrastrutturale in questa zona, attraverso una strategia di sviluppo e di interconnessione, possono contribuire ad agevolare e incrementare gli scambi economici e le contaminazioni culturali, fondamentali anche per consolidare un sentimento di appartenenza comunitario necessario all’unità politica.

Lunghezza reti ferroviarie in Europa (in km)

- statista.com -

Lunghezza reti autostradali in Europa (in km)

- wikipedia.org -

Le reti di trasporto trans-europee (TEN-T, Trans-European Network-Transport) sono un insieme di infrastrutture lineari delineate dall’UE nel corso degli anni Ottanta con l’obiettivo di creare uno spazio unico basato su una rete transeuropea multimodale (trasporto terrestre, marittimo e aereo), al fine di collegare tutti gli stati membri dell’UE in maniera interoperabile. La rete TEN-T favorisce l’integrazione dei Paesi europei in vista di un mercato unico, sostiene una politica per la decarbonizzazione dei trasporti e ricopre un ruolo attivo all’interno dell’UE nella lotta ai cambiamenti climatici.

Nel 2009 la Commissione europea avvia un processo di revisione della rete TEN-T: utilizzando un approccio per “corridoi”, identifica 9 Core Network Corridors (CNCs) il cui completamento è previsto entro il 2030, in linea con gli Obiettivi dell’Agenda 2030. Si tratta di corridoi multimodali che devono attraversare almeno due frontiere e includere tre sistemi di trasporto. Il programma per lo sviluppo della rete TEN-T è co-finanziato dalla Commissione Europea tramite appositi bandi di gara, con i quali vengono selezionati i progetti ritenuti di interesse europeo che più contribuiscono agli obiettivi del programma.

Nel 2014 i leaders di Albania, Bosnia ed Erzegovina, Kosovo, Montenegro, Macedonia del Nord e Serbia si sono incontrati a Berlino nel primo di una serie di vertici volti al rilancio della cooperazione regionale e dello sviluppo economico in questa regione strategica. Per sostenere questo piano ambizioso nel 2015 l’Unione europea lancia la Connectivity Agenda, un’iniziativa finanziata da 1 miliardo di euro per migliorare i trasporti e le infrastrutture nei Balcani occidentali, al fine di migliorare la connettività all’interno dei Balcani e tra questa regione e i Paesi dell’Unione europea.

Drini bridge
Kukës, Albania
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Aciliu viaduct
Sibiu, Romania
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Svilaj bridge
Svilaj, Croatia-Bosnia
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Railway bridges lot 2A/ Lot 2B
Arad, Romania
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Sebes-Turda bridges
Alba Julia, Romania
Shkoder-Hani viaducts
Hotit - Albania
3. Mezzogiorno

Il Sud Italia può e deve essere interpretato come il crocevia di una delle aree potenzialmente più vitali dei decenni a venire. Tuttavia, il mancato superamento di determinati ostacoli che non ha permesso al Mezzogiorno di colmare il divario con il Nord Italia e l’assenza di interventi strategici capaci di trasformare le enormi potenzialità del territorio in concrete opportunità di sviluppo hanno causato una sorta di immobilismo economico.

Nel corso degli anni è diventata sempre più urgente la necessità di ridurre il divario tra Nord e Sud. A subirne le conseguenze infatti non sono solo le comunità del Mezzogiorno – private di un ambiente favorevole e delle condizioni necessarie al dispiegamento delle loro potenzialità – ma l’intero Paese, limitato nelle sue capacità di sviluppo economico e sociale.

In un’ottica di integrazione e crescita economica, le infrastrutture rappresentano la chiave per lo sviluppo delle competitività. Il rilancio degli investimenti pubblici nel Mezzogiorno per recuperare il ritardo è il fattore centrale per la crescita, e in questo senso le reti autostradali e ferroviarie, portuali e aeroportuali hanno rilevanza solo se realizzate in un’ottica più ampia, capace di superare la logica del singolo intervento.

Distribuzione percentuale delle reti autostradali in Italia

- tempostretto.it -

Km di rete ferroviaria in Italia per 1000 kmq di superficie territoriale

- dati Eurostat 2016 -

Numero di passeggeri al giorno su treni regionali e locali

- Legambiente -

L’Italia si trova in una posizione strategica all’interno del quadro europeo, ed è interessata da quattro dei nove corridoi della rete TEN-T, fondamentali per incrementare le connessioni fra i mercati: il corridoio Mediterraneo (TEN-T 4), il corridoio Baltico Adriatico (TEN-T 1), il corridoio Scandinavo-Mediterraneo (TEN-T 5) e il corridoio Reno-Alpi (TEN-T 6).

Assumendo come orizzonte strategico la sfida dello sviluppo sostenibile sancita dall’Agenda 2030, il Piano Sud 2030 è un’azione pubblica di investimento lanciata dal governo Conte II nel febbraio del 2020. Con una programmazione degli interventi e un’ampia portata finanziaria (oltre 33 miliardi di euro, tra investimenti statali e fondi europei), il Piano intende recuperare il gap nel processo di disinvestimento del Mezzogiorno.

Per quanto riguarda l’ambito infrastrutturale, tre in particolare sono le priorità negli investimenti da stanziare: la riduzione del fattore tempo nella ripartizione temporale del Paese con il potenziamento della rete ferroviaria; il miglioramento della mobilità interna e il sostegno alle filiere logistiche territoriali. I principali interventi, oltre all’avvio di nuove opere, riguardano la manutenzione programmata, l’ammodernamento e la messa in sicurezza di quelle già realizzate.

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High speed railway arch bridges
Acerra, Italy
Sant'Agata viaduct
Belpasso, Italy
Giostra viaducts
Messina, Italy
Vedi il progetto
Caballa viaduct
Morano Calabro, Italy
Augusta port cranes
Siracusa, Italy
Vedi il progetto
Porto Empedocle viaducts
Agrigento, Italy
Barragiones viaduct
Cuglieri, Italy
Epilogo

La modernizzazione e l’ampliamento delle reti infrastrutturali costituiscono dei fattori strategici per la crescita dell’economia europea.

Il settore dei trasporti dei 27 Paesi dell’UE produce ogni anno un valore aggiunto pari a 548 miliardi di euro, garantendo 11 milioni di posti di lavoro.

La realizzazione di strade e ferrovie, ponti e viadotti, rappresenta un investimento per il futuro, una scommessa sullo sviluppo e il benessere di questa e delle prossime generazioni.

Consapevole dell’importanza rivestita dagli Obiettivi strategici dell’Agenda 2030, attraverso il suo lavoro Maeg contribuisce a dare forma a questi progetti, trasformandoli in realtà.

CREDITS

Video: UNESCO, SercanIgrek, CM Films & Production, One Man Wolf Pack, Tamás Marosi, TraceGroupBG, COM NAV
Immagini: wikipedia.org, narodipravda.ba, thetravelquandary.com, UNESCO

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